
Il Coordinamento Donne FISAC CGIL Veneto ha organizzato per oggi, 25 novembre, un evento interamente centrato sulla messa in evidenza del grande, viscido, infame alleato della violenza perpetrata ai danni delle donne: l’indifferenza.
Un team di persone preposte al progetto ha realizzato una performance che prevedeva la messa in opera di una “fotografia vivente”.
Tre attori della Compagnia teatrale “MetaArte” di Padova (www.metaarte.it), sono rimasti immobili con ai piedi dei cartelli che hanno facilitato, per i passanti, l’immediata individuazione del tema proposto.
Ogni attore ha rappresentato dei “protagonisti” della violenza: la donna vittima; l’uomo violento; il/la vicino/a di casa, collega, familiare o amico/a “indifferente”.
Attraverso uno stendino ed una cesta con all’interno i “panni sporchi”, rappresentati da foto e frasi legate al tema, sono stati invitati i passanti a stendere nella pubblica piazza le immagini legate alla violenza e alle molestie contro le donne.
Le mollette utilizzate, omaggiate poi alla gente a ricordo dell’esperienza, riportavano il logo del “Coordinamento Donne FISAC CGIL Veneto” e il messaggio dell’iniziativa “2511ipannisporchiNONsilavanoincasa”.
L’evento si è svolto in: Piazza dei Signori alle ore 10:30; Piazza delle Erbe alle ore 11:30; Piazza della Frutta alle ore 12:30.
La violenza sulle donne non è solo fisica, ma anche economica, psicologica e morale: una violenza non solo domestica, ma che si manifesta anche nelle scuole e nei luoghi di lavoro sotto forma di molestia sessuale, e nel linguaggio sessista che permea il nostro modo di comunicare.
Ecco allora la messa in opera di questo piccolo evento muto, silenzioso, gentile, lento che vuole andare contro corrente.
Il progetto ha avuto l'obbiettivo di ricordare a quanti decidono “di non fare niente” che il “non fare niente” è in realtà un “fare qualcosa” dal messaggio preciso ed inequivocabile: offendere, ferire e uccidere le donne.
Nel caso specifico il progetto “2511ipannisporchiNONsilavanoin casa” lancia un appello chiaro ed incontrovertibile sulla necessità di attivarsi nel realizzare l’unica vera rete che funziona davvero.
Non una rete virtuale fatta di “vita altra”, lontana da noi, ma di una rete di solidarietà vera, reale, qui ed ora.
Il progetto chiede, implora, avverte, punta il dito sulla necessità del ritorno di una relazione umana autentica fatta di conoscenza dell’altro, ascolto, rispetto, gentilezza e solidarietà.
Vogliamo che il “silenzio” che uccide le donne si trasformi in un messaggio forte di sensibilizzazione che salvi le donne e la loro dignità di persone.
L’impegno della nostra Organizzazione Sindacale contro le molestie e la violenza sulle donne è stato, è e sarà sempre forte e deciso.
Ce lo chiede la nostra Costituzione, che richiama alla “pari dignità sociale e uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3); ci ricorda che “il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi” (art. 29); afferma che “la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini” (art. 51).
Ce lo chiedono le numerose lavoratrici che rappresentiamo: perché l’autonomia, l’emancipazione, la dignità e l’uguaglianza passano anche attraverso una contrattazione salariale e normativa basata su presupposti di vere pari opportunità.
Lo dobbiamo alle generazioni passate che con le loro lotte hanno reso possibile una società più giusta: e lo dobbiamo alle donne e agli uomini del futuro perché la strada da fare è ancora lunga e piena di ostacoli, ma non per questo impossibile.